«La situazione è drammatica. La crisi energetica, la siccità, i cambiamenti climatici, le problematiche politiche relative alle forniture di gas rendono il quadro energetico complessivo davvero fosco, ma il colpo di grazia lo può dare l’immobilismo del governo in questa fase e il non procedere verso l’attuazione di tutti i decreti inerenti l’energia che sono giunti al termine del loro percorso». Si è espresso così Paolo Picco, presidente di Federidroelettrica, sottolineando in particolare la preoccupazione per la situazione del settore idroelettrico, ovvero del più importante “braccio” di produzione di energia rinnovabile in Italia. «L’idroelettrico di media e piccola dimensione ha perso, dall’inizio dell’anno, quasi il 75% della sua produzione e, nonostante ciò, l’intero comparto si è aperto, dove ha potuto, all’uso delle acque per l’agricoltura. È una situazione che sta diventando insostenibile per chi produce il 40% dell’energia rinnovabile italiana. Oltre a non esistere un vero e proprio “piano acque” che affronti nel suo complesso, una volta per tutte, la gestione idrica in Italia – e per quello andremo appena possibile a verificare quale volontà esprimerà il nuovo governo che si verrà a comporre – ci sono tuttavia una serie di scadenze ormai improrogabili alle quali bisogna fare fronte. – ha proseguito Paolo Picco – Nello specifico del nostro settore, ci sono varie questioni: dal nodo delle piccole concessioni che, seppur stralciate dal D.D.L. Concorrenza, non sono ancora state rinnovate dalle province, agli oltre 300 progetti inerenti a nuove installazioni Mini-Hydro sul territorio nazionale che sono tutt’ora bloccati. Per chiudere col piano proposto da Coldiretti, e definito “1000 bacini”, che sarebbe un vero e proprio passo in avanti per risolvere, o quantomeno contenere, lo stato sempre più grave di siccità che stiamo vivendo nelle ultime stagioni».
Ricordiamo che a fianco di tutte le problematiche specifiche che riguardano l’idroelettrico ci sono, comunque, tutte le scadenze “energetiche” che devono essere completate con i decreti attuativi: dal Decreto Biometano, alle comunità energetiche, passando per le aste per eolico e fotovoltaico, per finire con quelle più a rischio, agrivoltaico e FER2. Insomma la situazione è davvero complessa e se il governo è in carica solo per “gli affari correnti”, Federidroelettrica lancia comunque un appello perché ci sia particolare attenzione e rapidità nella risoluzione di tutte le questioni rimaste aperte inerenti l’argomento energia.